venerdì 24 agosto 2007

Pino Daniele è ancora qui

«Il Mio Nome E' Pino Daniele e Vivo Qui». Sembra aleggiare il sapore della rivendicazione, sembra sgomitare l'esigenza di evidenziare una presenza e un'appartenza. Sembra avanzare l'istinto di sottolineare una linea musicale, un percorso artistico, una storia. Più semplicemente, forse, è l'ultimo album ideato e confezionato da uno dei cantautori più prolifici del palcoscenico italiano. E, soprattutto, da uno degli artisti più radicati nel territorio discografico, senza soluzione di continuità. Da trent'anni: mese più, mese meno. Cioè, da un personaggio di culto: al di là delle tendenze del momento, delle mutazioni generazionali, dell'evoluzione (o dell'involuzione) di certe forme di comunicazione, anche nel campo delle note e delle sonorità. Esatto, perchè Pino Daniele, napoletano emigrato, canta e suona da anni lunghi, senza aver mai disperso la voglia e il coraggio di esprimersi, sentendo di aver ancora qualcosa da dire o da offrire. Rifugiandosi - è successo recentemente - in spartiti più morbidi, più etnici (diciamo pure più arabeggianti): in ossequio a quell'idea meravigliosa di comunicare con altre culture, con altre forze concettuali. In ossequio a quella corsa verso la commistione e la contaminazione che, da un po', sembra aver contagiato artisti nobili e meno nobili: e che sembra essere diventata (anche meritoriamente, sia detto) una delle priorità del Duemila. E allontanandosi, magari, da quelle atmosfere profondamente blues che avevano caratterizzato il suo approccio con il successo. Atmosfere che, peraltro, Daniele non ha mai rinnegato. Anzi, puntualmente rispolverato: alla prima occasione.E proprio l'ultima produzione discografica è il motivo trascinante del tour estivo, ovviamente fiorente di date, anche pugliesi, come quella di Ostuni. Tradotte in un concerto equamente (e simbolicamente) diviso in due parti, discretamente itinerante, guidato a due velocità distinte. Ma sempre con garbo, buon gusto, nei binari del buon ascoltare. Di là (la prima parte) le composizioni più giovani, più intime; gli accordi più dolci e curati, i toni - talvolta - quasi confidenziali, le tonalità più morbide e delicate. E la chitarra acustica, accompagnata da contrabbasso (quello di Rino Zurzolo, compare storico), batteria (c'è Alfredo Golino), piano (di Gianluca Polio) e percussioni (con la vivacità di Ernestico): un supporto essenziale, niente affatto invadente, ma anche generoso di spunti armonici. Nel segno di una sobrietà matura, che riesce a catturare. Di qua (la seconda parte del live) le canzoni più stagionate, più generose di suoni, più immediate all'assimilazione, più spedite. E' il momento in cui Daniele si alza e imbraccia la chitarra elettrica e il contrabbasso si fa sostituire dal basso: e, allora, sfilano vecchi ricordi come "Toledo", "Habana", "Io Per Lei", "Yes, I Know", "Che Dio Ti Benedica", "Io So' Pazzo". C'è il blues, adesso: e si sente. «Ma sono un napoletano che è andato via dalla propria terra - ammette -. E qualsiasi meridionale porta con sé, dovunque vada, il sentimento del sud. Per questo sono arrivato ad una conclusione: essere del sud è un modo di vivere che resta nella testa. E così conserviamo il nostro grande attaccamento alla terra». Parole utili per introdurre un brano spartiacque, un classico del primo periodo artistico - il periodo napoletano -, "Napule E'", degno di resistere in mezzo a due altri e ben definiti momenti storici di una carriera inseguita da due (o, forse, tre) generazioni. Ovviamente distribuite tra il pubblico. Ma il dato, questa svolta, appariva scontato. E ci avrebbe meravigliato qualcosa di diverso. Perchè la canzone italiana d'autore sa durare nel tempo: sempre che, alla base, convivano musicalità e spessore intellettuale. La tendenza di un momento o il frutto di una moda fugace e sfuggente, invece, affonda. E, davanti, non resta nulla.

Pino Daniele (voce e chitarre), Gianluca Polio (piano), Rino Zurzolo (contrabbasso e basso), Alfredo Golino (batteria) e Ernestico (voce e percussioni)
Ostuni (BR), Nuovo Foro Boario

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)