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lunedì 2 luglio 2012

Adesso canta. E, allora, balla


Settemiladuecentotrentatre visualizzazioni on line, mentre scriviamo. In un paio di settimane: giorno più, giorno meno. L'estate e il web non si combattono, ma si alleano. E la gente che ama la musica naviga come se il sole non battesse forte, come invece batte. Il videoclip, nel caso specifico, è anche frizzante, ben strutturato, lieve e attraente nello stesso tempo. Ed è una novità assoluta per chi conosceva Camillo Pace, contrabbassista pugliese abituato a supportare una formazione già ben delineata: che si tratti di jazz o di altro. Perchè, da sempre, il ragazzo non conosce recinti musicali, muovendosi agilmente da un punto all'altro dell'universo delle sette note. Solo che, questa volta, il contrabbassista supera la soglia della subalternità in cui lo costringe lo strumento e diventa attrazione principale. Acquistando voce: intesa nell'accezione più letterale. E trasformandosi, senza alcun travaglio interno, anche in cantante, cioè frontman di se stesso e di un gruppo di musicisti, tutti rigorosamente made in Paglia, che gli ruotano attorno.
Basta un po' di coraggio sfacciato, un testo fresco (che, in mesi caldi come questi, allevia un po'), un po' di amici disposti a confezionare il prodotto finale (il video è solare e anche il montaggio è accattivante), una giovane attrice (la martinese Sara Putignano) che aggrazia la scene e una storia semplice (un sogno o la realtà): il clip del singolo "E Allora Balla" è già diventato un must in tutta la Valle d'Itria e anche oltre. Oltre che velocissimo veicolo promozionale di un disco completo (dieci tracce, di cui due esclusivamente strumentali) che Camillo Pace ha già idealmente preparato, ma che uscirà non prima della fine dell'anno. Un disco che non possiede ancora un titolo, nè un'etichetta. Al quale, ovviamente, contribuiranno molti compagni di viaggio collaudati: come Vince Abbracciante, Guido Vincenti, Lello Patruno ed Enzo Iaia, tutti già direttamente coinvolti nel singolo, o come Antonio Lorè, che appare nel video. Nomi ai quali se ne aggiungeranno altri, a ulteriori lavori in corso.
"E Allora Balla", cioè, non è ancora in circolazione, nel senso più classico del termine. O, per eessere più precisi, non è ancora in commercio (brutta immagine: ma occorre pur farsi capire). Eppure, la rete di internet e, più specificamente, il potentissimo canale di youtube l'hanno già promosso, divulgato, dignificato, celebrato. Sorprendendo, per primo, il suo ispiratore. E chi, con lui, ha lavorato ad un progetto nato, come si dice in questi casi, per puro piacere. O per vedere l'effetto che avrebbe innescato. Girata tra i vicoli di Cisternino e Locorotondo e davanti alla chiesa custodita all'interno della Masseria Sant'Elia, in agro di Martina, e costata cinque giorni di lavoro sotto la regia di Nicola Masciullo e la fotografia di Daniele Rizzi (il montaggio è di Graziano De Pace, la scenografia è firmata Fabiana Rizzi), la clip nasce sulla spinta degli apprezzamenti ottenuti, qua e là, da chi ha ascoltato la versione definitiva del brano. E, sicuramente, si appoggia saldamente sulla naturale simpatia di Camillo Pace, universalmente accreditato di una forte impronta comunicativa. E che, comunque, anche in passato si è confrontato con la composizione di testi (ricordiamo, per tutti, "il Volo dell'Angelo", cantata da Connie Valentini nell'album Uhuru Wehtu, di cui abbiamo diffusamente già parlato in questo blog), senza però azzardare il passo successivo, quello dell'interpretazione diretta. Che, a questo punto, sembra una soluzione nuova (o, almeno, un'opportunità in più) sul cammino del musicista martinese. Folgorato, si dice, da un incontro casuale nella notte leccese con la danza improvvisata e imprevedibile di un personaggio fuori dagli schemi. E imbeccato, all'improvviso, dal tastierista ostunese Piero Vincenti. Forse, il responsabile primo di quell'intuizione che potrebbe aver collocato sulla piazza un altro cantautore.

domenica 16 agosto 2009

La musica è nuda

Musica nuda non significa musica spoglia. O, peggio, povera e precaria. Anche se il progetto è architettato spartanamente e adagiato su un tessuto sonoro essenziale. Meglio ancora: intimo. Asciutto, verrebbe da dire. Asciutto nel confezionamento, però: molto più che nell’esecuzione. Musica nuda è la voce plastica e lo sguardo felino di Petra Magoni, pisana magra e scattante, dolce e aggressiva, un po’ dark e un po’ tenera. Fredda e calda, assieme. Voce duttile che si plasma attorno alle note sottili del contrabbasso del casertano Ferruccio Spinetti e a qualche effetto artificiale, utile a condire un’esibizione di tecnica e inventiva. Di improvvisazione e di sguardi. Dove darsi, così semplicemente, non basta. Perché, con le armi – seppur affilate - delle corde vocali e di quelle di uno strumento con cui è difficile inventarsi un concerto, è saggio e opportuno concedersi di più. Molto di più. Totalmente.
Musica nuda non è, tuttavia, un progetto recente. Il suo cammino, anzi, è sufficientemente datato. E ben rodato, ormai. Particolare di non trascurabile peso. L’esperienza accumulata, tra live e dischi (quattro, se non ricordiamo male), lascia l’impronta, smussa qualche spigolosità trovata in passato sul cammino, depura il prodotto finale, ne addolcisce qualche lineamento, arrotonda il repertorio. La performance dal vivo di Noci, di fronte ad un’affollatissima piazza Plebiscito, quella della Chiesa Madre (suggestiva, ma anche inadeguata, in virtù dell’affluenza copiosa: del resto, Ferragosto è appena transitato), è – per intenderci – pienamente convincente. Sotto ogni angolazione: compresa quella della scelta dei brani in scaletta. Molto più convincente, ad esempio, dell’incursione all’Alterfesta di Cisternino, concretizzatasi qualche anno addietro. Perché, forse, più matura e consapevole. Meno rigida, cioè. Al di là delle differenze strutturali delle location: quella (a Cisternino, tra la terra rossa e le pietre di una masseria) più dispersiva; questa (a Noci, appunto) più accogliente e ovattata.
L’atmosfera di complicità facilmente solidificatasi con la platea, poi, aiuta. Certo, la gente arrivata in piazza sa a cosa va incontro. Non è di passaggio: arriva anche da fuori porta, appositamente per ascoltare. Per ascoltare Petra, un fascio di muscoli e nervi che si agita, si contorce ed esplora teatralmente la moltitudine delle tonalità, applicando le regole del mestiere, ma anche l’irruenza e gli impulsi dell’animo. E per abbracciare gli arrangiamenti di Spinetti, uno che – si dice - ha scelto di abbandonare la formazione più originale del panorama cantautorale italiano, gli Avion Travel, anche per dedicarsi completamente alla causa. Causa che non possiede una strada segnata, ma che spigola qua e là, attingendo dai Beatles e da De Andrè, dai classici internazionali (“Nature Boy”) e dal bagaglio degli autori di casa nostra (Pacifico), passando per Ornella Vanoni e Cristina Donà. Saltando da un universo all’altro, provando a catturare quello che può diventare congeniale al progetto. E che può confortare la qualità dei profili musicali dei protagonisti. Una voce e un contrabbasso che, un giorno, si sono trovati, cominciando un viaggio coraggioso e niente affatto scontato. E che, anni dopo, sono ancora lì, a scoprirsi e a rincorrersi.

Petra Magoni (voce ed effetti) & Ferruccio Spinetti (contrabbasso) in “Musica Nuda”
Noci (BA), piazza Plebiscito
Nocincanta ‘09

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)