mercoledì 1 agosto 2007

Ruvida e spavalda Pietra

Ruvida e un po' spavalda. Terragna e calda. I segni particolari di Pietra Montecorvino attraggono e aggrediscono. Senza insidiare. Tentano e graffiano, senza intralciare. La sua voce irretisce e, spesso, assale. Senza infastidire. Lasciando che il sound mediterraneo e l'istinto (e, con l'itinto, anche il mestiere) partenopeo facciano il resto. Cioè, uno spettacolo popolare (e, a tratti, vagamente nazional-popolare), duttile, cantautoriale ed energico, contaminato (da stili e arrangiamenti sguinzagliati in libertà) e mai protocollare. L'associazione "Pierluigi Galluzzi" la sceglie come primo ed unico ospite (i mezzi economici scarseggiano anche a Polignano) dell'edizione duemilasette dell'omonimo Premio, dedicato alla figura del discografo precocemente scomparso e arrivato all'edizione numero sette. E Pietra Montecorvino risponde con un live lieve, informale, persino gaudente, sicuramente riuscito. E dichiaratamente ruffiano: perchè il repertorio scelto per la serata riunisce alcuni classici tra i più abusati della canzone napoletana ("Luna Rossa", "Maruzzella", "Oj Vita Mia"), dimenticando - ad esempio - la produzione di autori come Pino Daniele o come lo stsso Eugenio Bennato, assai vicino all'artista anche fuori dal palco, e perchè porta in dote l'omaggio (doveroso) al polignanese più famoso, Domenico Modugno ("Tu Sì 'na Cosa Grande"). Pietra, comunque, dimostra interamente la propria arte di gestire la scena e le situazioni, anche in frangenti sdruccioli: come quando dalla chitarra del crispianese Martino De Cesare non partono le tonalità giuste e occorre fermarsi un paio di volte. Dettagli a parte, la sua voce roca taglia il palco e lei si muove con agio, distribuendosi con esperienza. E sorprendendo piacevolmente già in apertura di programma, con la versione italo-partenopea di "Vuelvo al Sur", tango firmato da Carlos Gardel e rivisitato nell'atmosfera e nell'arrangiamento. La rilettura della già citata "Maruzzella", invece, è moderna, ma profonda, e quella della muroliana "Luna Rossa" è immediata, spedita. Non semplici cover, dunque: ma rielaborazioni sostenute da virtù e caratteristiche personali, espressioni di un dosaggio equilibrato di vitalità e personalità. Il sud, intanto, è un pensiero pregnante. E "Sud" è anche la sua prima composizione di successo, colonna sonora di una ormai più che ventennale fatica cinematografica di Arbore ("FF.SS. Che Mi Hai Portato a Fà 'ncoppa a Pusilleche Se Non Mi Vuoi Più Bene?"), in cui la Montecorvino, allora giovanissima, è tra gli interpreti principali. Brano, questo, che segue l'applauditissimo intervento dell'ospite del concerto, Enzo Gragnaniello, e che precede un bis proposto fuori dal palco, a contatto strettissimo con il pubblico (felicemente conquistato) di Piazza Vittorio Emanuele. Pietra Montecorvino canta ed esporta Napoli, con sagacia consumata e con grande teatro. E, soprattutto, piace: per quell'imprudenza che si confonde con il calore e la passionalità, per quella ruvidezza della voce che ne esalta il profilo, per quella presenza scenica che non stinge e non disturba. E' verace, Pietra. E poi, dentro, c'è la Napoli delle cartoline, delle storie quotidiane, dell'immaginario collettivo. La Napoli che ci hanno insegnato a riconoscere, da sempre. Tra duecentomila luoghi comuni, tra le verità dei suoi anfratti.

Pietra Montecorvino (voce), Mohammed Ezzaime El Alaoui (loud e cori), Martino De Cesare (chitarra), Daniele Brenca (basso) & Pachi Palmieri (cajon e tamburo)
Polignano a Mare (BA), Piazza Vittorio Emanuele
VII edizione Premio "Pierluigi Galluzzi"

(pubblicato sul sito www.levignepiene.com)