giovedì 22 dicembre 2011

Un viaggio chiamato musica


Un viaggio chiamato musica. Sinonimo di vita. Che, per vicende squisitamente personali, significa anche e soprattutto speranza. Speranza di un domani intenso: come ognuno di quei giorni incollati all'album dei ricordi. Il viaggio nella seconda vita di Vincenzo Deluci continua. L'avevamo lasciato nella grave delle grotte di Castellana, diciotto mesi fa, con un progetto ardito, in bilico tra atmosfere ed elettronica, tra un paesaggio infernale e i versi della Commedia di Dante. Il trombettista fasanese era il viandante sospeso tra il buio e la luce, tra le tenebre e le promesse di un'altra chance. Ma, adesso, quel progetto si è ampliato: coinvolgendo una voce (quella della locorotondese Raffaella Piccoli, conosciuta negli ambienti teatrali per l'attività di coordinatrice di laboratori di fabulazione e animazione dei burattini) e il contrabbasso di Camillo Pace. Il Trio Viaggio, così, persegue Altre Destinazioni, uno spettacolo itinerante partito a novembre da Bisceglie e in attesa di successive tappe, concepito - come assicura lo stesso Deluci - «dalla necessità di sensibilizzare gli animi a rallentare la frenesia del quotidiano, fatto di disordine, smarrimento e frastuono».
La scelta musicale è un racconto. Un racconto di paesaggi sonori, ovvero un itinerario geografico, musicale e stilistico assieme, un'incursione nelle epoche, nei continenti, negli avvenimenti di un tempo. «Ma anche un prezioso lavoro di ricerca sonora e culturale, dove abbiamo cercato di riscoprire le nostre radici, soprattutto quelle interiori. Ovviamente, la musica è il mezzo: la musica con i suoi differenti generi, i suoi colori, le sue diverse modalità di esecuzione. Che guidano lo spirito verso la comunicare, l'unione, la trasmissione. E che ci permettono, alla fine, di relazionarci».
Il viaggio, attraverso una realtà immaginaria, conduce a universi diversi e futuri. «Lasciandoci lo spazio e il tempo per poter soppesare i valori di sempre, le storie di vita passata, le leggende e le tradizioni della nostra terra. Senza mai accomiatarsi dalla quotidianità, ma con la pretesa di misurarsi con l'epicità di racconti dimenticati, appartenenti ad un tempo in cui la musica, fatta di antiche melodie, cullava l'uomo, rendendo magiche le fiabe». Anche questa volta, la tromba modificata di Vincenzo Deluci si avvale del soccorso dell'elettronica, alla quale il compositore si sta saldamente appassionando. Elettronica, peraltro, per niente lontana dall'evoluzione artistica di Camillo Pace, uno dei primi, in Puglia, ad incidere un lavoro discografico con determinati timbri e certe sonorità. Apporto, questo, essenziale, ma propedeutico ad un itinerario musicale che non conosce barriere e confini, nè scalette: ma libero di improvvisare, tra istinto e passione.