martedì 21 agosto 2007

Il ritorno di Girotto

In Puglia, Javier Girotto è ospite puntuale. Ci sta bene e ci torna volentieri. Forse perché le sue radici argentine confluiscono a Fasano. Forse perché il movimento musicale, tra lo Jonio e l'Adriatico, è sempre vivido, stimolante: e, pertanto, le possibilità di esibirsi riescono sempre a moltiplicarsi. Forse perchè l'ampia base dei musicisti pugliesi è di caratura assolutamente soddisfacente e, al loro fianco, si può ipotizzare, costruire, progettare. E, probabilmente, anche perché il sassofonista di Córdoba, negli ultimi tempi, ha allacciato rapporti strettissimi con il Vertere, quartetto rigorosamente pugliese di estrazione classica, ma dotato di ampi orizzonti. Impalcando un sodalizio artistico ormai cementato da un certo numero di live, da affinità evidenti, da sincera amicizia e dalla realizzazione di un lavoro discografico (Nahuel, uscito nello scorso mese di aprile con l'etichetta delle edizioni de "Il Manifesto"): già presentato a livello nazionale a Roma e, in ambito regionale, a Nardò e Noci (in Piazza Plebiscito, nel quadro di Nocincanta '07) e in attesa di essere divulgato dal vivo pure a Polignano (fine mese di agosto), Ruvo (ad inizio di settembre) e Locorotondo (in autunno inoltrato: il concerto farà parte del cartellone di Antiphonae Jazz 2007). Javier Girotto riprende a solcare le strade di Puglia e, di contro, questa terra lo accoglie con premura, ogni volta. Sicuramente perché la sua arte è indiscutibile, certamente perchè il suo sound è carico di vigore, di energia, di lucida esuberanza. Ma anche perché ciascuna performance (in duo con Biondini, oppure con i Córdoba Reunion, oppure al fianco dei Vertere String Quartet: il prodotto, al di là dei compagni di viaggio, non cambia) si rivela ricchissima di suggestioni. In cui l'artista non si risparmia mai, regalando note penetranti, fraseggi arditi, momenti di musica sempre viva. E intimamente argentina. Attorno alla quale ruotano i progetti, paralleli e convergenti. E solitamente fortunati, peraltro. «L'ultimo, quello realizzato con il Vertere String Quartet - fa sapere lo stesso Girotto - è un progetto che si poggia su composizioni originali del sottoscritto, partorite negli anni novanta, nel periodo in cui arrivai in Italia, arrangiate dal cerignolano Luigi Giannatempo e musicate in maniera più cameristica. Nel disco, tuttavia, ci permettiamo di presentare un brano, "Fíar", estrapolato dal repertorio di Astor Piazzolla: ma questa è l'unica cover». Il quartetto d'archi (due violini: il nocese Giuseppe Amatulli e il ruvese Angelo Berardi; una viola: il martinese Domenico Mastro; un violoncello: quello della barese Giovanna Buccarella) offre sponda alla creatività del leader, dignificandone ulteriormente temi e talento, irrobustendo un repertorio di per sé apprezzabilissimo e fortemente impreziosito da assoli dispendiosi e persino temerari. Repertorio che, tra le altre, prevede "La Poesía", una delle composizioni più robuste di Girotto, la già citata "Fíar" (per la quale il cordobés si affida al flauto moxeño, di fabbricazione artigianale, costruito nel remoto villaggio di Umajuaca, a quattromila metri di altitudine, e legato ad una storia di altri tempi: l'indigeno che lo ha costruito non pretese - in cambio - denaro, ma l'impegno di risarcire la terra con vino e cibo, versati in una buca scavata da Javier), la ribelle "Para la Abuela Elisa", "Nahuel" (brano che condiziona il titolo dell'intero album, dedicato alle popolazioni della Patagonia) e "La Luna", ispirata dall'omonima opera poetica di Borges. Ma che, anche e soprattutto, traduce motivazioni infinite, calore, passioni ardenti e originalità. Segni distintivi di un argentino capitato sulle rotte di Puglia. E che, da queste parti, ritornerà, molto presto. Lo attendiamo, felici di farlo.

Javier Girotto (fiati) & Vertere String Quartet (Giuseppe Amatulli: violino; Angelo Berardi: violino; Domenico Mastro: viola; Giovanna Buccarella: violoncello)
Noci (BA), Piazza Plebiscito
Nocincanta '07

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)