venerdì 2 luglio 2010

La prima di Bandervish


Un progetto a rimorchio dell’altro. Prima che il tempo cancelli la scia di quello precedente. Prima che ne spazzi il profumo e ne azzeri il flusso emotivo. Il disegno è giusto. Ed è quello che paga meglio. L’idea, cioè, è puntualmente premiata. Soprattutto se la musica dei Radiodervish, ormai, è materia di culto. Forse, non solo dentro i confini della Puglia: da dove il gruppo trascinato da Nabil Salameh è salpato verso un’avventura che, già da tempo, ha saputo coinvolgere l’attenzione di diversi angoli dell’intero Paese. Dettaglio che, peraltro, spiega quanto questa formazione possa persino liberarsi dalla necessità di ricorrere al marketing robusto: che, però, in tempi di poca sostanza e molta apparenza, non infastidisce affatto. Anzi, aiuta. Tanto più se i progetti si alimentano di energie nuove, come l’apporto di Teatri Abitati e, dunque, dell’ente regionale.
L’ultima scommessa di Nabil e soci (Michele Lobaccaro e Alessandro Pipino) si chiama Bandervish. Che è poi la fusione tra il nucleo storico dei Radiodervish e la Banda di Sannicandro di Bari: il cui castello – non dimentichiamolo - raccoglie da qualche stagione molte intuizioni e diversi concerti dell’ensembe italopalestinese. Bandervish, ovvero più di una trentina di musicisti su un unico palco. A condividere, come si dice in queste occasioni, esperienze e suggestioni, spartiti e arrangiamenti. Niente di straordinariamente innovativo, d’accordo: perché l’incrocio tra i sapori bandistici (e, più in generale, orchestrali) e la canzone, anche d’autore, è una manovra ultimamente ben lubrificata, che attira e rende parecchio in termini di audience. Il prodotto, tuttavia, rimane abbastanza suggestivo e questo va riconosciuto. E poi, in fondo, il bisogno di novità indirizza anche e soprattutto i sentieri della musica.
Bandervish, peraltro, è un progetto (e, ovviamente, anche un disco) che possiede anche un altro padre, il giovane (e intraprendente) Livio Minafra: figlio d’arte (di Pino), pianista, fisarmonicista, compositore e arrangiatore con la passione per la contaminazione e per la rilettura delle note già rassegnate. Un padre, in verità, assente nella prima di Putignano (era a Bolzano, impegnato in una contemporanea esibizione). E, comunque, rappresentato dal già citato Pino Minafra, uno dei due guest del live di piazza Moro (appena dopo di lui salirà sul palcoscenico pure il sassofonista Roberto Ottaviano). Guest che, per inciso, collaborano pure nella realizzazione del cd (uscito il 25 giugno), al pari di un altro sassofonista, Gaetano Partipilo. Le direttrici del concerto, essenzialmente, sono due: alcune nuove proposte e, innanzi tutto, la rielaborazione dei motivi più celebrati dei Radiodervish: privatisi, per l’occasione, degli archi. Rielaborazione che, però, non sboccia immediata. E che, invece, si arrampica con il tempo.
Il lavoro è corposo: e, da principio, i Radiodervish e la Banda di Sannicandro sembrano seguire binari paralleli, che non convergono. Che non si completano a vicenda. L’avvicinamento, cioè, è graduale. E si manifesta quando Nabil, Lobaccaro e Pipino assumono stabilmente il comando delle operazioni, dopo una ventina di minuti. Quando, per intenderci, i Radiodervish attingono compiutamente dal vecchio repertorio. Il concerto, dalla sua metà in poi, conquista forma e sostanza, equilibrio e ritmo, robustezza e impatto. Arricchendosi, anzi, di qualche venatura speziata. Magari, è vero, ci saremmo attesi qualche tirolo nuovo in più: ma il passato, certe volte, non stanca mai. E, allora, ben venga il restyling. E ben vengano le vie alternative di rivisitazione. Al di là dell’opportunità di limare ulteriormente e otttimizzare il progetto. Senza, per questo, perderne gli aromi di festa patronale in bilico tra Oriente ed Occidente, di Mediterraneo arcaico e contemporaneamente moderno.

Radiodervish (Nabil Salameh: voce; Michele Lobaccaro: chitarra e basso; Alessandro Pipino: fisarmonica e organetto) & la Banda di Sannicandro di Bari in “Bandervish” Guest Pino Minafra (tromba) e Roberto Ottaviano (sax tenore e sax soprano)

Putignano (BA), piazza Aldo Moro