giovedì 28 giugno 2007

La tecnica del buon gusto

Quando il sentimento scavalca il mestiere, la dogana che divide un concerto come tanti da un’esibizione da vivere (e raccontare) è già abbondantemente oltrepassata. E quando la velleità di divertirsi - insieme, sul palco – supera la tecnica pura e semplice, il confine tra un live di routine e uno suadente e profondo è già decisamente varcato. Il punto è proprio questo: la passione per la propria musica e la facilità ad eseguirla, con calore e affiatamento, è un passaporto fondamentale. Che, con la sola perizia musicale, non si ottiene. Il passaporto del buon gusto, invece, è un documento accessibile a tutti. Ma non raggiungibile da chiunque: anche se dotato. Parentesi chiusa. Per entare in argomento: Michel Portal e Richard Galliano. Due personalità ormai sacre nell’universo musicale della qualità per quasi settanta minuti carichi di tensioni emotive e pulizia sonora. Due artisti completamente convincenti (per intensità, asciuttezza, capacità di completamento reciproco) in un concerto da attendere e poi gustare. Con attenzione. Meglio, in uno dei tanti concerti del ricco cartellone di Bari in Jazz 2007, rassegna quasi infinita (più o meno, sei ore al giorno di note smistate in diversi punti della città: da Piazza San Pietro a Piazza Mercantile, dall’Auditorium della Vallisa al Terminal Crociere del Porto, senza voler escludere il Terminal Arrivi dell’Aereoporto di Palese, sede dell’antipasto antimeridiano) di quattro giorni quattro. Tutti pieni. E tutti aperti alle diverse strade che partono dal jazz e, al jazz, alla fine riportano. Passando anche per le proposte più sperimentali (è il caso della performance del violinista portoghese Carlos Zingaro, del monopolitano Gianni Lenoci e del percussionista Marcello Magliochhi, oppure quella pop-rock dei Dondestán o il progetto di Lucas Niggli). Proposte diverse e, talvolta, convergenti. E, purtroppo, in qualche occasione anche in sovrapposizione l’una con l’altra (e questo, sinceramente, ci è dispiaciuto). Diciamolo sùbito: nell’elenco delle opzioni (una ventina) della manifestazione creata dall’Associazione Culturale Abusuan di Bari e curata artisticamente (assai bene, per quel che abbiamo capito) da Roberto Ottaviano, quella di Portal e Galliano ci ha particolarmente stimolati. E non perché le proposte dei Three Moons (Partipilo al sax, Gargano al contrabbasso e Accardi alla batteria), o il trio guidato da Norma Winston (voce modulata, morbida, a tratti sofisticata), o l’incontro tra il guru Trilok Gurtu e gli Arkè String Quartet o la sfrenata Minafric Orchestra di Pino e Livio Minafra (capace di unire sonorità balcaneggianti, latineggianti, atmosfere delle vecchie grandi orchestre, ritmo e persino le vocalizzazioni di un guest graditissimo come Nabil Salameh dei Radiodervish) o, ancora, il piano di Paolo Angeli, il quartetto di Kenny Wheeler, la Gangbé Brass Band o il quintetto di Henry Texier non siano degni di sincera considerazione e attenta riflessione. Anzi, tutt’altro. Ma quella commistione tra le nostalgie della fisarmonica e l’intimità dei clarinetti ha saputo sedurre la gente: che, istintivamente, si è lasciata rapire. Primo cittadino di Bari, Michele Emiliano, in testa.Operazione facile, peraltro. Gli strumenti hanno saputo riempire il palcoscenico, immediatamente. Con un repertorio saporito, con incroci sincronizzati, con divagazioni (o improvvisazioni, fate voi) sempre efficaci. Trascinando emozioni continue. Portal e Galliano, con esperienza, si sono equamente divisi assoli, momenti di pregio e applausi, intrecciandosi e separandosi, per poi ricongiungersi. Galleggiando sicuri nel concetto di affiatamento, lasciandosi volentieri irretire anche dall’eccentricità di alcune soluzioni sonore (frizzante e interessante, ad esempio, la versione di «Asa Branca», pezzo degli anni trenta scritto dal brasiliano Luís Gonzaga, a cui – poco dopo – è seguita l’interpretazione dell’italianissima «Caruso»). E nobilitando il resto della serata con una scaletta sempre succosa, ben ponderata. Edificata, parafrasando le parole spese pubblicamente dall’art director Roberto Ottaviano, sull’esigenza di ricercare il lato più bello della musica. «In una terra ricca di potenzialità, che vanno però sostenute. E perseguendo una filosofia: presentare lavori niente affatto scontati». Noi sottoscriviamo.

Michel Portal (clarinetti) & Richard Galliano (fisarmonica)
Bari, Piazza San Pietro
Bari in Jazz 2007

(pubblicato sul sito www.levignepiene.com)