lunedì 9 agosto 2010

E, sulla strada di Lenoci, spunta Murray


Gianni Lenoci e la ricerca. La ricerca e lo studio. L’introspezione di una passione. La passione per l’improvvisazione, per le forme alternative di interpretazione: quelle un po’ meno convenzionali, un po’ più ardite. Per quel jazz di confine che si perde nei meandri della musica contemporanea e anche di quella classsica: assumendo, perché no, i contorni di una sfida. O per quel jazz di avanguardia capace, tuttavia, di recuperare le proprie radici. L’artista monopolitano, tra introspezione e approfondimento, persegue un proprio percorso musicale. Che si smista in tanti rivoli sonori. Talvolta ostici, talvolta colti, talvolta ermetici, talvolta estremi. Abbandonandosi, sempre più spesso, a progetti affascinanti e differenti. Di difficile accesso o di più semplice approccio: dipende. Mettendosi, però, al servizio del panorama musicale pugliese con idee e coraggio, sempre. Con fantasia e , forse, con un pizzico di lucida follia.
L’ultima proposta è l’incontro dal vivo tra una delle versioni della sua formazione (l’Hocus Pocus, ensemble variabile particolarmente attivo anche nei territori della didattica, questa volta asciugatosi in trio) e uno dei big dell’universo jazzistico statunitense. Cioè David Murray, sassofonista di culto e parte integrante, a pieno diritto, di quel contingente di protagonisti dell’avanguardia afroamericana: così vicini, peraltro, ai concetti fondamentali e alla formazione culturale del pianista pugliese. Ed è una proposta più prossima ai gusti popolari, sicuramente. Come, peraltro, è quasi logico attendersi da una rassegna estiva, quella dell’associazione Euterpe, ideata a stretto contatto con l’amministrazione comunale di Monopoli, e consumata nell’anfiteatro all’aperto di Cristo delle Zolle, davanti alla chiesa del piccolo borgo rurale poggiato al lato della strada che guida verso Alberobello.
L’Hocus Pocus, per l’occasione, si avvale della presenza dell’affidabilissimo Pasquale Gadaleta al contrabbasso e di Giacomo Mongelli, batterista ormai pienamente assorbito dalla progettualità lenociana, rispondendo a quei criteri di essenzialità che punteggiano il live, profondo e – allo stesso tempo – sostenibile per chiunque. Paragonato ad altre esperienze musicali del recente passato griffate Lenoci, il sound è decisamente più morbido, arricchito di tratti delicati, intriso di atmosfere e di grande equilibrio. Da ascoltare in silenzio. E, tuttavia, non difetta (malgrado l’impossibilità di collaudare più attentamente l’inedito quartetto prima del concerto) il viaggio alla riscoperta di certe influenze sonore e delle loro origini. Al di là degli schemi.
L’esibizione non è soltanto una raccolta di composizioni (alcune ben conosciute ad un pubblico più vasto, come “Honk Kong Song”) di Murray e dello stesso Lenoci, affiancate da due standard di largo successo (“Body and Soul” e “In a Sentimental Mood”): ma un tragitto di gusto solcato da fraseggi e assoli di tecnica pulita, assolutamente significanti. Il resto è nel fiato e nella facilità di esecuzione di Murray, compositore che ama la rilettura e interprete di linguaggi trasversali: quanto di meglio per coniugare le esigenze di una programmazione estiva (che, necessariamente, deve guardare ad un certo coinvolgimento emozionale di residenti e turisti) con una certa sete di qualità. Della quale, sempre più spesso, ci si dimentica. Soprattutto dietro le scrivanie di un assessorato alla cultura.

David Murray (sassofono) & Hocus Pocus Trio (Gianni Lenoci: pianoforte; Pasquale Gadaleta: contrabbasso; Giacomo Mongelli: batteria)
Cristo delle Zolle di Monopoli (BA), Anfiteatro
Estate Monopolitana 2010