venerdì 13 giugno 2008

Religione del canto e del controcanto

Terragne, ancestrali, senza tempo. Le voci delle Faraualla si modellano nella tradizione, si aggrappano alla storia popolare. Con fantasia e mistero, colore e teatralità, forza verace e ironia. Armonia, impeto e passione, energia e vitalità: i giochi e le acrobazie sonore del gruppo vocale più originale di Puglia diventano religione del canto e del controcanto, tra fuoco sacro e rito pagano. Ed è piacevole ritrovarle. Sempre fresche, vivide, profonde. Sono tornate, le Faraualla: il quarto disco di un impegno ormai datato si chiama «Sospiro», album appena licenziato dall'etiche Falmay: occasione, dunque, propizia per presentare (ufficialmente) le tracce che lo compongono al Café del Mar di San Giorgio, a Bari, in un live che è parte integrante della rassegna estiva pensata da Guido Di Leone. Sono tornate, le Faraualla: con una raccolta di brani propri della tradizione pugliese , opportunamente rielaborati e arricchiti dalla consueta efficacia scenica e dall'esuberanza interpretativa delle quattro vocalist (Gabriella Schiavone, Teresa Vallarella, Paola Arnesano e Loredana Perrini), ma pure dal ricco arredamento di suoni e dal saporito e quasi tribale accompagnamento di due percussionisti dalla rendita garantita come Pippo "Ark" D'Ambrosio e Cesare Pastanella. «Sospiro», è ovvio, è la colonna portante del live, che però si apre anche a qualche brano tra i più graditi del recente passato. Ed il live procede con impatto immediato, sfrontato. Primordiale per scelta, variegato per contenuti e, soprattutto, tonalità. Le voci si sovrappongono e si sfidano tra una filastrocca ("Ci Lu Pariscisti") e un inno all'amore ("Chi t'è Mu"), una versione riarrangiata di "Popov", brano del '67, e un pezzo a cappella ("Il Sogno di Frida"). Senza mai tradire la naturalezza del progetto di partenza dell'ensemble, nè la sua essenzialità di fondo. Voci, batteria e percussioni riempiono lo spazio come e più di qualsiasi altro strumento messo assieme. La performance sa distribuirsi con equilibrio. E sa planare lieve anche sulla disattenzione e la maleducazione del pubblico. Quella che, come sottolinea il direttore artistico della programmazione musicale, fa pentire gli organizzatori di impegnarsi e gli artisti di misurarsi sul palco. Ma anche questa è la Puglia, una terra di fascino immenso dove si offrono situazioni dal vivo con regolarità copiosa, sconosciuta in altre realtà: anche le più accreditate, socialmente e turisticamente. E l'offerta, evidentemente, talvolta è inutile. E il dato confonde, scoraggia. O, almeno, lascia pensare. Forse perchè non meritiamo poi così tanto. Niente di più dei dj set. E solo quelli.

Faraualla (Gabriella Schiavone: voce e percussioni; Teresa Vallarella: voce, percussione e tamburo a cornica; Paola Arnesano: voce e percussioni; Loredana Perrini: voce e percussioni), Pippo "Ark" D'Ambrosio (batteria e percussioni) & Cesare Pastanella (percussioni)

Bari, Café del Mar

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)