martedì 4 dicembre 2007

L'emozione di un incontro

L’emozione di un incontro. L’incontro per un’emozione. L’incontro di due vecchi compagni di musica. La musica sempre nuova di un incontro che si perde nel tempo. Gino Paoli e Luís Bacalov. Due personalità e due storie. Il Teatro Orfeo di Taranto li accoglie e li riavvicina in un concerto che sostiene il cartellone e l’attività dell’Orchestra della Magna Grecia. Di cui il pianista argentino è, da tre anni, il direttore principale. “Eventi Musicali”, del resto, è una rassegna che si nutre di momenti speciali. Come un incontro particolare deve essere. «Ci siamo ritrovati sul palco, insieme, dopo un po’ di tempo». Bacalov viaggia sui ricordi personali. «Ci siamo conosciuti ed eravamo ancora giovani. Frequentavamo il gruppo di lavoro della RCA, io ero soprattutto un arrangiatore, allora. Ma poi ci siamo incrociati di nuovo, più volte. Questa, però, è la prima serata in assoluto in cui ci siamo divisi il palco. Anzi, in cui ho accompagnato Gino. Uno che, con il passare del tempo, migliora. Sì, adesso è ancora più bravo, adesso interpreta la musica anche meglio. Uno che non dimentica cos’è l’umiltà. E che non ha problemi a cantare spartiti altrui. E vi dico un’altra cosa: non c’è altro autore italiano che abbia scritto tante cose straordinarie». L’italiano fluente dell’argentino Luís divaga con garbo, planando su una fetta di storia del cantautorato di casa nostra. E Gino spiega al microfono, tra le note di sempre, la colonna sonora di un tragitto infinito, fiorito nei club degli anni sessanta, dietro quegli occhiali scuri e una voce ancora da plasmare, domare, accomodare. E, poi, finalmente affinata. Voce inconfondibile, impressa nella memoria collettiva. Il concerto è la scontata introspezione di un’epoca, di più epoche. Di un percorso (atteso: la gente è lì per quello) che congiunge i punti nodali di una vita condensata nella canzone. Ci sono i titoli più facili da ricordare (“La Gatta”, “Il Cielo in una Stanza”, “Senza Fine”, “Quattro Amici al Bar”, “Ti Lascio una Canzone”, “Sapore di Sale”, “Ma Come Si Fa”), ma anche le intense “Albergo a Ore” e “Coppi”, la tenchiana “Mi Sono Innamorato di Te” e poi, ancora, “Sassi”, “Averti Addosso” e persino un omaggio allo stesso Bacalov, che con Vinícius de Moraes, negli anni settanta, incise “O Velho e A Flor”, riproposta in un portoghese teneramente scolastico. Dunque, pochissime eccezioni a parte, il repertorio ampiamente previsto, macchiato di ricordi e solcato da incursioni strumentali che traducono motivi celebri utilizzati dal cinema: del maestro argentino, ma anche di Morricone. All’interno, va detto, di un live fluido. E non ingessato come l’ultimo proposto a queste latitudini (e che non ci piacque affatto) dall’autore genovese. Pochi anni addietro, a Saturo, c’era però la Vanoni. E, sicuramente, un’altra situazione. Dicevamo, piuttosto: il gusto dell’incontro. Sentite Paoli: «La qualità di un essere umano che vuole considerarsi vivo è l’umiltà. E umiltà è anche coltivare quegli incontri che arricchiscono. Purchè emerga la predisposizione ad imparare, ad apprendere. Chi ritiene di sapere non sa più niente. Qualsiasi incontro non può prescindere, però, neppure dal rispetto: per la musica, per le parole di una canzone, per le regole della musica. E ogni incontro permette di entrare in una nuova dimensione. Purchè ci si adatti alle contingenze». In questo caso, ad un ensemble orchestrale, che possiede tempi e rituali propri. «Io, quando canto, mi adatto a chi mi è vicino. Cambio interpretazione in base all’apporto offerto da chi suona al mio fianco». L’artista, cioè, non distribuisce solo musica, ma anche concetti integri, degni. Che valorizzano il personaggio, la carriera. Ad esempio: «Non scrivo canzoni per avere, ma per dare. E per formulare delle domande». Oppure: «La vita è un buffo gioco che ciascuno cerca di capire con le parole». Ancora: «La canzone è un’arte di seconda categoria, ma ha un vantaggio enorme: diventa di chi la canta. E un attrezzo: che chiunque può usare». Infine: «La poesia è una maniera di vivere, una strana signora che appare nei posti più impensati». La musica è passata, i messaggi rimangono. Raccogliamoli.

Gino Paoli (voce), Luís Bacalov (pianoforte e direzione) & l’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto
Taranto, Teatro Orfeo
Eventi Musicali 2007/2008

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)