venerdì 1 dicembre 2006

Il momento di Casarano

Dicono che è il suo momento. Che cresce velocemente, che può affrontare il domani. Ed è vero. Raffaele Casarano, intanto, sgomita e amplia il suo orizzonte. Sì, è il suo momento: inaugurato, la primavera passata, con «Legend», album fresco e godibile partorito dalla collaborazione con il contrabbassista Marco Bardoscia, il pianista Ettore Carucci e il batterista Alessandro Napolitano (cioè i Locomotive) e rifinito con l’apporto blasonato di Paolo Fresu e dell’Orchestra del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce: particolari inequivocabili che custodiscono intenzioni solide e rampanti. E proseguito con la direzione artistica (di più: con l’ideazione e la successiva organizzazione) del Locomotive Jazz Festival, happening concentratosi in estate a Sogliano Cavour, pieno Salento, dove Raffaele Casarano – cresciuto nel solco della passione per Charlie Parker - gioca in casa. A cui neppure la pioggia (due giorni sui tre di programmazione) ha voluto sottrarre il velo di soddisfazione e orgoglio. Il suo momento è questo: perché il ragazzo sta attirando attenzioni e critiche molto più che confortanti. Perché il suo nome circola e decolla. Perché di lui, e non solo in Puglia, si comincia a parlare, con parole serie e buone. Perché i progetti, lentamente, si moltiplicano: nuovo (e più o meno imminente) lavoro discografico a parte, ovviamente con gli stessi compagni di percorso, stuzzica la stoica ricerca di un’evoluzione artistica, che non si accontenta di esplorare sentieri iperbattuti e sicuri. Prendete il live di Locorotondo, inglobato nel cartellone di Antiphonae 2006, rassegna intelligente e frizzante, ma anche un tantino snobbata dal pubblico e, soprattutto, dagli operatori dell’informazione (sotto questo aspetto, il salto di provincia – da quella di Taranto a quella di Bari – non ha pagato: gli antichi partner mediatici non sono stati sostituiti). Sul palco dell’Auditorium Comunale i Locomotive hanno incontrato il Vertere String Quartet, gruppo di impostazione classica (due violini, una viola, un violoncello) che, da tempo, gravita attorno al mondo della contaminazione attenta (ovvero discreta, ponderata) e delle modalità jazzistiche rivedute e corrette: come l’ormai robusta e datata collaborazione con Javier Girotto conferma. Casarano, Locomotive e Vertere: mondi apparentemente lontani, ma immediatamente vicini. Per un concerto che ha ribadito le potenzialità del sassofonista salentino e del suo gruppo e che ha convinto Giuseppe Amatulli e soci (i Vertere, appunto) a insistere. Tanto che il progetto (la prossima data è fissata al Ramblas Musiclub di Taranto, il 9 dicembre prossimo; gli altri appuntamenti vanno definiti) si svilupperà. Un concerto equilibrato e ben assemblato che, contemporaneamente, ha voluto ripercorrere qualche passo di Legend, la prima fatica discografica a proprio nome di Casarano (ad esempio, con la versione di “O Que Será”: un angolo di Brasile non guasta mai), anticipare quel che verrà (“Waltz for Nina”, scritto da Marco Bardoscia, entrerà di diritto nel prossimo cd), omaggiare amici importanti (l’apertura è un tributo a Javier Girotto, autore di “La Poesia”), salutare le radici popolari della musica pugliese (con “Lu Rusciu de Lu Mare”, arrangiata dal galatinese Simone Borgia), sfruttare la musica per dediche familiari (ecco, allora, “I Love My Life”) e tuffarsi nel blues più accattivante (bella la versione di “No Money”). E che, soprattutto, ha saputo avvicinare le due anime salite sul palcoscenico, proponendo – è meglio ricordarlo – artisti pugliesi. Centrando l’obiettivo di partenza: senza timore alcuno di smentita.

Raffaele Casarano (sassofono), Locomotive (Ettore Carucci: pianoforte; Marco Bardoscia: contrabbasso; Alessandro Napolitano: batteria) & Vertere String Quartet (Giuseppe Amatulli: violino; Ida Ninni: violino; Giuseppe Grassi: violoncello; Domenico Mastro: viola)
Locorotondo (BA), Auditorium Comunale
Antiphonae Jazz 2006

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)