
«Mo' Avast - spiega nelle note di copertina il contrabbassista barese - è una formula che ho gridato spesso, in passato, e che mi ha dato la forza di partire, fare, creare, cambiare molte cose della mia vita e anche in me stesso e nella mia musica. Una esclamazione idiomatica della mia terra che può servire quanco la realtà ci annoia, ci aggredisce o ci costringe in qualche schema. Ma Mo' Avast è, per me, un'urgenza espressiva fortemente artistica, un canto libero, è l'amore per la musica, l'antidoto alla prevedibilità. In questo disco, ho cercato de salvaguardare la freschezza e la spontaneità, anche a costo di cadere in qualche imprecisione formale». «Il lavoro di Mauro - confessa invece Pasquale Mega - mi ha attratto moltissimo, sin dalla prima volta che l'ho ascoltato. Credo che sia uno degli album più intriganti che abbia ascoltato, ultimamente. E ritengo che aderisca perfettamente alla linea editoriale dell'etichetta: la ricerca della qualità, del resto, ha ispirato sin dall'inizio questa mia nuova avventura all'interno del panorama jazzistico».
Linea, vale ricordarlo, inaugurata con Ettore Fioravanti e il suo Le Vie del Pane e del Fuoco, proseguita con l'incontro tra il trio del trombettista Marco Tamburini del Vertere String Quartet (ne abbiamo già parlato diffusamente) e incalzata da Iguazú, dove i fiati di Javier Girotto hanno incrociato la fisarmonica di Luciano Biondini (in questo caso, al cd si è aggiunto pure un dvd registrato dal vivo in Ucraina).