lunedì 1 agosto 2011

Fusioni, colori, fantasia


«Il mio immaginario è fatto di suoni, figure e colori che si fondono in atmosfere e ambienti fantasiosi, creando un sound elettro-acustico coinvolgente e intenso e che vive di contemporaneità». Marco Tamburini e la sua ultima creazione, Contemporaneo Immaginario. Il trombettista romagnolo riassume, in poche righe di copertina, l’idea e il lavoro maturati da due distinte formazioni musicali nel corso di una concertazione ponderosa e, probabilmente, anche viscerale. Da cui, proprio a giugno, è venuto fuori un album dalle tonalità moderne e, in alcuni casi, persino aggressive. Licenziato, per la cronaca, da Note Sonanti, l’etichetta martinese di fresca costituzione voluta da Pasquale Mega, alla sua seconda pubblicazione.
Contemporaneo Immaginario, distributo da Egea, è l’unione di due universi paralleli che, alla fine, convergono: quello della band di Tamburini (la Trhee Lower Colours: con lui, Stefano Onorati al pianoforte e Stefano Paolini alla batteria) e quello del più cameristico Vertere, quartetto d’archi pugliese. Sotto il segno dell’elettronica, che timbra decisamente il disco, già presentato ufficialmente nella data unica dell’ultimo Alberobello Jazz, la rassegna di Alberto Maiale e Barbara Cupertino, e – il tredici luglio – nella cornice di Umbria Jazz 2011, a Perugia. «Grazie all´elettronica, al lavoro di composizione, arrangiamento e soprattutto di improvvisazione – spiega ancora Tamburini sulle note a margine del cd - la musica cullerà l´ascoltatore in un viaggio esplorativo attraverso territori sconosciuti e l´aria sarà l´ideale mezzo di trasporto». Parole che grondano di trasporto e, innanzi tutto, di cieca fiducia nelle proprie possibilità. Oltre che nella critica degli appassionati e degli addetti ai lavori.
Al primo ascolto, del resto, Contemporaneo Immaginario può persino sembrare sfrontato, di ostico impatto, tagliente. Dal vivo, poi, certe atmosfere un po’ nordiche possono anche spaventare i meno navigati o i jazzofli più romantici. Ma questa raccolta di dieci tracce ("Il Mercato delle Spezie", "Nebbie", "Arabesque", "Contemporaneo Immaginario", "Oltre l’Orizzonte", "Blue Elettrico", "Il Suono del Vento", "Albe", "Medina" e, infine, "Knives Out", l’unico brano non originale) racconta di quanto scrittura e improvvisazione possano interagire, convivere e segnare il cammino. E quanto i punti di riferimento musicali di ogni singolo protagonista e di ciascuna formazione possano intrecciarsi e tracciare un tappeto di coesistenze suggestive.
Registrato ad ottobre del 2010 nel bolognese, il lavoro può essere considerato una delle pietre miliari della produzione di Tamburini: «Il fatto è che, passando attraverso il jazz afroamericano, mi sono lasciato conquistare da quello di matrice europea e, dunque, dall’esigenza di cercare nuovi stimoli nell’elettronica, di perseguire piani sonori diversi e una certa gamma di colori, nel solco della contemporaneità. Poi, però, sono un musicista di formazione classica e mi intrigano molto gli archi». E’ così che nasce Contemporaneo Immaginario, un gioco tra il dinamismo moderno del trio di base e l’identità acustica dei Vertere, un quartetto (Giuseppe Amatulli e Rita Paglionico ai violini, Domenico Mastro alla viola e Giovanna Buccarella al violoncello) che, dopo aver proficuamente collaborato con Javier Girotto o Daniele Di Bonaventura, insiste a voler confrontarsi su terreni differenti e solo apparentemente lontani. Certificando, così, di aver orami individuato il proprio percorso. E il saldo, al momento, è positivo.

Contemporaneo Immaginario (Note Sonanti, giugno 2011)
Three Lower Colours (Marco Tamburini: tromba ed elettronica; Stefano Onorati: pianoforte ed elettronica; Stefano paolini: batteria ed eletronica) & Vertere String Quartet (Giuseppe Amatulli: violino; Rita Paglionico: violino; Domenico Mastro: viola; Giovanna Buccarella: violoncello)