Don’t Misbehave, cioè “non comportarsi male”, ovvero un tributo alla figura del vocalist, del pianista e dell’organista (il primo, nella storia del jazz) Thomas Waller, scomparso negli anni quaranta, oppure una collezione di sedici tracce ben arrangiate che ripercorrono alcune tappe della carriera musicale e compositiva di Fats (“Ain’t Misbehavin’”, “I’ve Got a Feeling I’m Falling”, “Lookin’ Good But Feelin’ Bad”, “Black and Blue”, I’m Crazy Bout My Baby”, “Squeeze Me” e “Honeysuckle Rose”), alle quali si accodano brani di gusto e delicatezza come “Sweet Sue, Just You”, “I’m Gonna Sit Right Down and Write Myself a Letter”, “Dinah”, “Rockin’ Chair”, “Back Jumpin’”, “Sweet and Slow”, “Two Slepy People”, “I Can’t Give You Anything But Love” e “The Sheik of Araby”. «Fats – come sottolinea nelle note di copertina il leder del quartetto Michele Zonno – scrisse centinaia di “songs” per le commedie musicali che, all’epoca, venivano rappresentate ad Harlem. Persona simpaticissima, sempre ben disposta verso gli altri, a cui trasmetteva con entusiasmo il suo proverbiale buon umore, fu tra i primi a far suonare insieme bianchi e neri nelle sue formazioni». Diventando, così, personaggio non solo versatile e suggestivo, ma anche di indubbio carisma: un dettaglio che giustifica (anzi, consiglia) un omaggio discografico sentito, completamente realizzato all’interno degli studi de Il Pentagramma e dedicato all’Agebeo e agli Amici di Vincenzo, onlus che si occupa del sostegno pratico e psicologico ai familiari di quei bambini colpiti dalla leucemia.
Don’t Misbehave
Michele Zonno (voce e contrabbasso), Peppino Mitolo (pianoforte), Mino Lacirignola (tromba), Umberto Viggiano (chitarra). Guest Paola Arnesano (voce) e Beppe Brizzi (spazzole)
Fo(u)r, marzo 2009
(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)