sabato 19 aprile 2008

Quarant'anni di musica. Senza sentirli

Patty Pravo accompagna i suoi primi sessant’anni con grazia e mestiere. Con la sua eleganza mai inamidata. Con un look giovane e ancora aggressivo. Con una voce sempre sensuale. E con quell’inflessione un po’ nordica e algida. Snodata, più che vagamente rockettara, esuberante quando serve. Cioè quando va shakerato il rapporto (abbastanza confidenziale) con il suo pubblico. Con il quale sa creare complicità. Nicoletta Strambelli da Venezia è giovanile e ancora visibilmente virtuosa. Perché si concede alla gente, con grinta e una buona dose di passione. Che la platea capta e gradisce. Le parole, magari, sono di pura circostanza, propedeutiche allo sviluppo del concerto, leggere e un po’ frivole: ma, sul palco, le note e i testi partono, procedono ed arrivano. Senza intralci. Non solo approccio e atteggiamento, però: a sessant’anni (appena) compiuti, Patty Pravo è un’artista che possiede ancora qualcosa da dire e molto da offrire. Per quella sua carica positiva, per quell’abilità di resistere a quarant’anni di musica, sempre guidata sul filo del buon gusto. E, comunque, sempre viva. Il live presentato al “Nuovo” di Martina, peraltro, ribadisce i concetti, preoccupandosi poi di inseguire i dettagli della carriera della ragazza del Piper. Le canzoni che ne hanno, nel tempo, segnato il percorso artistico ci sono tutte, nessuna esclusa: a cominciare da “Pensiero Stupendo”, un tributo personale di Ivano Fossati e Oscar Prudente, “Pazza Idea”, pietra miliare della produzione italiana degli anni settanta, e “La Bambola”. Ma ci sono anche “Ragazzo Triste”, che è poi il primo singolo registrato, nel 1966, le più recenti “Les Etrangers”, “Bisanzio”, tratta dall’album «Oltre l’Eden», e “Tristezza Moderna”. E poi, ancora, “E Dimmi Che Non Vuoi Morire” di Vasco Rossi, oppure “Se Perdo Te”, affianco alle quali si affacciano la versione di un’altra produzione di Fossati come “Angelus” e la battistiana “Io Ti Venderei”, ritoccata nel ritmo e negli arrangiamenti.A sessant’anni, intanto, Patty Pravo può permettersi pure l’ironia («con la scusa del compleanno, mi hanno fatto diventare santa», confida) e molti slanci, anche squisitamente fisici. Puntualmente assecondati dagli uomini della sua band, che persegue tonalità sempre robuste: Gabriele Bolognesi (ai sassofoni, al flauto e alle percussioni) e Alberto Clementi (alle chitarre) su tutti. Con i quali cooperano il batterista Massimiliano Agati, il chitarrista Edoardo Massimi, Giovanni Boscariol (piano e tastiere) e Adriano Logiudice (basso e contrabbasso). Slanci che non mancano di solleticare il giudizio della gente, sotto il palco: «Afrodisiaca», grida qualcuno. «E’ meraviglioso», ribatte lei, effervescente nello spolverino giallo e nei pantaloni di pelle, neri. O nella tunica bianca, con cui affronta il bis, composizione dal sapore di fiaba. Perché, di una fiaba, talvolta c’è bisogno. Così come necessita, sottolinea, «di tirare un po’ su le maniche». Frase aperta a troppe sfumature, che plana alla fine della serata, dai toni persino familiari. Serata di vecchi successi, di desideri incrollabili, di energia e sinergia, tra amici antichi. Il modo migliore di festeggiare sessant’anni. Quaranta dei quali spesi attorno alla musica.

Patty Pravo (voce), Gabriele Bolognesi (sassofoni, flauto e percussioni) , Alberto Clementi (chitarre), Edoardo Massimi (chitarre), Giovanni Boscariol (piano e tastiere), Adriano Logiudice (basso e contrabbasso) & Massimiliano Agati (batteria)
Martina Franca (TA), Cineteatro “Nuovo”

(pubblicato sul sito www.levignepiene.com)