venerdì 6 aprile 2007

Personaggio all'improvviso

Personaggio all’improvviso. E figura di rapida, rapidissima ascesa. Mario Biondi è una voce alla moda. Ma una voce, vera. Verace. Profonda e possente, dunque penetrante. Per questo, forse, sgomita con disinvoltura. E per questo, oltre che piacere, si impone ad un pubblico già discretamente vasto. Anzi, crescente. Giorno dopo giorno. Personaggio senza approfittarne. Cioè senza esagerare. Che non deborda, che non varca i limiti. Questione di giudizio e mestiere, evidentemente. Dettagli trasportati sul palco, dove comincia a riconoscere il profumo della notorietà, a trentasei anni. Spesi, sin qui, in quel limbo dove, troppo spesso, si agitano professionalità e talenti in cerca di un varco, di uno spiraglio. Che, quasi sempre, non si apre. Perché, più di una volta, sono le coincidenze a modificare il destino: quando va bene. Personaggio positivo. Anche nelle parole (semplici) consumate. E voce intrigante. Buona a tenere il live, a dirigerlo, a indirizzarlo. Voce che emerge con forza propria, mai banale, mai scontata. E mai sprecata. Non insegue il sensazionalismo spicciolo, Mario Biondi. Lasciando, però, un tappeto di buone sensazioni, attorno. Mescolando jazz, pop, soul confidenziale e anche un po’ di funky, appoggiandosi a composizioni originali («This Is What You Are») e a qualche standard («On A Clear Day», «Slow Hot Wind»). Comunque, una voce che cattura l’ascolto. E che obbliga a incagliarsi contro le immagini preconfezionate, così scomode da scansare. La prima: dicono che sia la voce più nera del panorama musicale italiano. La seconda: è il Barry White di casa nostra. Del quale possiede timbro e sfumature La terza: è la personalità emergente dell’anno di grazia duemilasette, semestre primo. Tutto vero, effettivamente. Come dimostrato assai recentemente nella kermesse nazionalpopolare di Sanremo (apparizione applauditissima al fianco dell’ostunese Amalia Grè: e la notorietà acquisita, ovviamente, nasce in Liguria) e, poco più avanti, anche a latitudini meno celebrate, quelle di casa nostra. Con un concerto convincente e robusto tenuto al Mavù di Locorotondo (per la rassegna “Mavù Plus”: la stessa che, neppure due settimane prima, aveva dirottato in Puglia il nuovo progetto degli Avion Travel). Dove – e l’inciso è essenziale – il vocalist catanese si fa assistere dagli High Five, un quintetto di solide radici jazzistiche: rampante o, se preferite, già affermato. Per capirlo, basta sfogliare i nomi e i cognomi dei protagonisti, giovani, ma già sufficientemente decorati: il trombettista torinese Fabrizio Bosso, fantasista e battitore libero insieme, personalità e sfrontatezza; il sassofonista napoletano Daniele Scannapieco, libero di galoppare su sentieri vasti; il contrabbassista romano Pietro Ciancaglini, trentaduenne autodidatta; il pianista Luca Manutza, brioso e avvolgente, e il batterista Lorenzo Tucci, abruzzese tecnico ed energico. Tutti supportati da Luca Florian, percussionista invitato spesso e volentieri. Ricapitolando, una voce e un quintetto di sei artisti che dal jazz partono e al jazz arrivano: conviene sottolinearlo, dribblando gli equivoci. Giocando, è chiaro, con le sonorità. E con i fiati, che sanno improvvisare, incrociare, sovrapporsi e inseguirsi. Ed edificando il concerto, sempre frizzante, sul ritmo. Un concerto niente affatto rigido, persino elegante, a suo modo. Meglio ancora: asciutto. E, comunque, ben confezionato, gravido di atmosfere. Atmosfere nu jazz, ovvio. Nel corso del quale, altrettanto ovviamente, si impone «Handful of Soul», il disco di esordio (quarantamila copie vendute, sin qui) di Mario Biondi, artista dalla consumata esperienza come turnista (si chiama gavetta) e, perciò, sempre assai sicuro davanti al microfono. Questa sì, una garanzia. Per lui e per noi.


Mario Biondi (voce) & High Five Quintet (Fabrizio Bosso: tromba; Daniele Scannapieco: sassofono; Luca Manutza: pianoforte; Pietro Ciancaglini: contrabbasso; Lorenzo Tucci: batteria). Guest Luca Florian (percussioni)
Locorotondo (BA), Mavù Club
Mavù Plus

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)