sabato 28 ottobre 2006

Tra i Balcani e il jazz

La seconda vita di Antiphonae abita a Locorotondo, nella raccolta – ed evidentemente più accogliente – cornice dell’Auditorium comunale. E sì, perché il punto della questione (o della discordia) era la casa. E i suoi affittuari. Il fatto è più o meno universalmente conosciuto: la rassegna jazzistica più longeva e interessante della provincia di Taranto si trasferisce. Anzi, emigra. Da Martina Franca, per sette edizioni sede tradizionale di un cartellone talvolta persino importante. Emigra: trascinando attriti, disguidi, incomprensioni e qualche spicciolo di polemica. Leggera, ma anche risentita. Consumando, di fatto, quella che era sembrata una minaccia. E che, invece, adesso è diventata realtà. Dunque: c’è un nuovo direttivo, quello dell’Associazione Antiphonae, creatice della kermesse, edificato sulle macerie del precedente, scioltosi polemicamente lo scorso inverno: se Martina non ci segue e l’Amministrazione Comunale non ci ama – dissero i protagonisti - abbassiamo la saracinesca. C’è un nuovo presidente (Caterina Mutinati invece di Pasquale Mega) e c’è una nuova piazza (oltre provincia, appena sei chilometri più in là, dove si sono concentrate più attenzioni e qualche aiuto economico e logistico, particolarmente gradito). E c’è, ovviamente, anche un nuovo programma: più limitato (la recessione, del resto, non si cancella facilmente, neppure cambiando indirizzo), eppure dignitosissimo. E, complessivamente, godibile: malgrado qualche nome - Javier Girotto, ad esempio - già visto e ascoltato la scorsa stagione (cambia, però, il progetto) e nonostante il massiccio impiego (ma chi ha detto che possa rappresentare un problema?) di musicisti pugliesi. Ai quali, peraltro, in passato la rassegna non ha mai fatto mancare il sostegno, cioè la visibilità e il cachet. E, allora, la prima pietra miliare dell’esilio di Antiphonae, ancora saldamente martinese nelle sue radici e nella composizione del direttivo, si chiama Talea. Il gruppo, ultimamente riemerso sui palcoscenici dopo il debutto (positivo) di qualche anno addietro e un periodo contraddistinto da una minore frequenza concertistica, apre un cammino che, di qui a dicembre, sarà percorso anche da Rita Marcotulli, Daniele Di Bonaventura, i Córdoba Reunión, il già citato Javier Girotto, Raffaele Casarano & Locomotive, il Vertere String Quartet e l’Antonio Dambrosio Ensemble. Primo appuntamento dai larghi orizzonti, verrebbe da dire. Perché l’idea che sorregge la formazione (incrociare le sonorità dell’area balcanica alle esperienze jazzistiche di casa nostra) è buona, anche se ormai sfruttatissima, a tutte le latitudini. Un’idea che, però, si appoggia anche sulla consapevolezza di aver intrapreso il sentiero prima di altri, in tempi maturi, ma non eccessivamente sospetti. Riassumendo, le espresssioni vocali dense dell’albanese Meli Hajderaj e l’esperienza consumata dello slavo Hadnan Hozic (compagno di viaggio, per intenderci, di Cesare Dell’Anna in una formazione di culto come Opa Cupa) incrociano i sassofoni di Gaetano Partipilo (la provenienza è Cassano Murge, Puglia, Italia), il contrabbasso di Giorgio Vendola (barese, vicinissimo all’area di influenza di Mirko Signorile), la tromba del cistranese Giorgio Distante, il sax contralto di Alessandro Nocco, la batteria del cilentano Vincenzo Bardaro e le percussioni di Mario Grassi. Tutti, orfani, per l’occasione, del capobanda, Admir Shkurtaj, fisarmonicista albanese perfettamente integrato nel panorama musicale di queste contrade e bloccato da un problema di salute. Assenza, questa, che toglie qualcosa al prodotto finito, ma che tuttavia non lo svilisce: elemento utile, però, a dimostrare la solidità del gruppo, malgrado gli imprevisti. Una solidità che, peraltro, non impedisce a nessuno di crearsi spazi corposi di creatività e di ritagliarsi applausi privati. Assoli (frequenti) a parte, il repertorio e le atmosfere sono profondamente balcaniche. Le incursioni e qualche interpretazione, invece, più specificamente jazzistiche. La commistione, di fatto, riesce a scaldare la gente e a infrangere le incertezze dei mesi passati a cercare soluzioni diverse e a inseguire nuove strategie. Perché, come sottolinea nella brochure di presentazione della manifestazione Caterina Mutinati, presidente dell’Associazione "Antiphonae", «nessuna edizione è stata più sofferta di questa. Solo un paio di mesi fa nessuno avrebbe più scommesso su di noi. Il risultato è qui, in questa rassegna che non doveva più esistere e che invece esiste ancora, ostinatamente e a dispetto delle crescenti difficoltà e del placido disinteresse che la cultura, a volte, incontra presso certe istituzioni». Traducendo, esserci è già una vittoria.

Talea Modern Balcan Project (Meli Hajderaj: voce; Hadnan Hozic: voce e chitarra acustica; Gaetano Partipilo: sax soprano e sax contralto; Alessandro Nocco: sax contralto; Giorgio Distante: tromba; Giorgio Vendola: contrabbasso; Vincenzo Bardaro: batteria; Mario Grassi: percussioni )

Locorotondo (BA), Auditorium Comunale

Antiphonae Jazz 2006

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)