lunedì 4 giugno 2012

Quindici anni di Fasano Jazz (e dintorni)




Quindici anni (e altrettanti cartelloni) sottintendono anche l'ingresso certificato nell'immaginario collettivo del popolo che ama e insegue la musica. E quindici edizioni di Fasano Jazz, in qualche maniera, significano parentela prossima con la tradizione. Non è neppure facile resistere e rinsaldare le fondamenta del progetto: oggi meno di ieri. Ma, alle amministrazioni comunali che si sono succedute, va dato atto e merito di aver creduto e di continuare a credere in quella che resta una delle manifestazioni più blindate della regione. E a Domenico De Mola, il suo direttore artistico, è giusto riconoscere l'ostinazione e la gelosa custodia del marchio. Nato, come suggerisce la sua ragione sociale, attorno al jazz. E, successivamente, allargatosi verso altri sapori. Soprattutto gli ultimi anni, del resto, hanno apertamente accarezzato tonalità più rockettare, abbracciando il mondo del progressive. Sfiorando, qua e là, anche il blues. Una ricetta, questa, che sembra appagare sempre più chi lavora dietro le quinte: come la programmazione del duemiladodici (Complanare Blues Band, Alex Carpani Band, Polaris Duo, Corrado Sgura Group, Fluido Rosa, Borstlap&Gatto, Area più Maria Pia De Vito), approntata in collaborazione con Le Nove Muse, conferma.
Dunque, a giugno, come ogni anno, l'estate pugliese delle note parte idealmente da questo appuntamento: dislocato, per l'occasione, tra il Portico delle Teresiane, il Cinetatro Kennedy e il Teatro Sociale. Dove, per la terza serata (le date, complessivamente, sono sei), sale sul palco Boris Savoldelli, acrobata vocale che fluttua tra il funky e il rock, il jazz e il pop. Seguito, più tardi, dal trobonista barese Gianluca Petrella e dal pianista Giovanni Guidi, coppia attinta dalla New Generation di Enrico Rava e sostanzialmente inattesa (la situazione, di fatto, sostituisce l'esibizione inizialmente prevista dell'indisposto Paolo Fresu e di Daniele Di Bonaventura). Savoldelli, peraltro, da Fasano Jazz ci è già passato, nel 2009. E, armandosi di canto e loop, si perde in una miriade di giochi vocali, dedicandosi alla propria passione: la sperimentazione. Niente basi preregistrate: solo il supporto di un duplicatore di suoni e talento. Con cui ci si può ironizzare anche sopra: «Avrei voluto fare musica con una vera e propria orchestra, ma il mio conto in banca l'ha sconsigliato. E così ho deciso di fare tutto da solo».
Il vocalist di Pisogne, in realtà, ci mette un po' di tutto. «Vengo definito un cantante di jazz, un'etichetta che mi onora molto. Ma, se per jazz si intende l'accezione più classica, non lo sono». In scaletta, tra un pezzo e un altro, spunta anche un tributo a Monk: ma non c'è spazio per gli standard (e la scelta, se ci consentite, è giusta). «Del resto, cerco di allontanarmi il più possibile da quello che è già stato eseguito e proposto da altri: soprattutto, per una forma di rispetto». Mezz'ora dispendiosa, vorticosa. Ma Savoldelli, in fine di serata, tornerà a cantare: affiancando in una suite di tre brani (più il bis) Petrella e Guidi. Che si inseriscono perfettamente nell'atmosfera della serata: perchè anche qui si ricorre massicciamente alla sperimentazione. Pianoforte e trombone si corteggiano, rincorrendosi in un gioco di ammiccamenti: ora sottili, ora scorbutici, ora più intimi. E, come accade in casi come questo, l'improvvisazione si ritaglia uno spazio tutto proprio, ampio: finendo con il modellare il live. Dove si scherza abbastanza. E si suona: molto.

Boris Savoldelli (voce e loop)

Giovanni Guidi (pianoforte) & Gianluca Petrella (trombone)

Fasano (BR), Teatro Sociale
Fasano Jazz 2012