mercoledì 12 luglio 2006

La prima volta del Trio de Janeiro

Lui, chitarrista di talento ormai riconosciuto, anche oltre regione. E jazzista con la passione delle atmosfere mediterranee. Lei, vocalist salentina d’estrazione e barese d’adozione. E due preferenze: gli standard eleganti e gli autori brasiliani. Di bossa, ma non solo. L’altro, percussionista tranese, personaggio amabilissimo e musicista per purissimo diletto. Cioè, Guido Di Leone, Paola Arnesano ed Enzo Falco. Ovvero, il Trio de Janeiro, formazione che presta il titolo al cd appena approntato, da pochissimi giorni sul mercato discografico e firmato dall’etichetta indipendente Fo(u)r. Etichetta, peraltro, giovanissima, ideata proprio da Guido Di Leone lo scorso inverno. Il lavoro è ovviamente destinato ad un pubblico che apprezza la musica d’autore brasiliana che va dagli anni quaranta agli anni novanta e, anche e sopratttto, la bossa nova, non eccessivamente inquadrata dalle coordinate del jazz, storicamente parente stretto di molte tonalità che arrivano da quella fetta di Sud America. L’album è una raccolta di ventitre brani che attingono dal repertorio di Chico Buarque de Hollanda (“Atrás da Porta”), Ary Barroso (“Na Baixada do Sapateiro” e “Na Batucada da Vida”), Caetano Veloso (“Desde Que o Samba E’ Samba”), Tom Jobim (le immancabili “Desafinado”, “Insensantez”, “Aguas de Março” e “Garota de Ipanema”), Baden Powell (“Vou Deitar e Rolar”, “Lapinha”, “Cai Dentro” e “Samba Triste”), João Bosco (“Cobra Criada”, “Bala Com Bala”), Edu Lobo (“Corrida de Jangada”), Nelson Cavaquinho (“Folhas Secas”), Djavan (“Fato Consumado”), Gilberto Gil (“Meio de Campo” e “Amor Até o Fim”) e di altri autori ancora. Ventitre brani peraltro rivisitati in un live che ha voluto espressamente (e ufficialmente) presentare il prodotto finito, ma appaltato nel tempo: perché il Trio de Janeiro, di fatto, si muove sui palcoscenici di Puglia - e anche di fuori regione - da anni. Senza aver, però, mai generato un disco capace di sintetizzarne il percorso. Almeno sino ad oggi. Un live, oltre tutto, inconsueto: perché confezionato sul mare (anzi, sui due Mari), all’interno di un battello (Cala Junco, solitamente adibito al trasporto turistico). Musica in movimento, cioè: l’ultima frontiera abbattuta sulla strada degli spettacoli dal vivo. In una terra che, evidentemente, comincia ad avvertire il bisogno di industriarsi, di valutare nuove idee e di credere nel turismo, fonte mai troppo amata. Musica in movimento, frutto di un’invenzione di Larry Franco, pianista tarantino e, ovviamente, direttore artistico di una rassegna, «Jazz nei 2 Mari», che guarda al dixieland e anche oltre. E che ha offerto (e continuerà a farlo) altri appuntamenti, rigorosamente estivi. Tra le onde, intanto, il Trio de Janeiro ha saputo garantire spartiti lievi, ma intrisi di significato, non solo musicale (il repertorio brasiliano d’autore affonda le proprie radici anche nella ricercatezza dei testi: ma chi non conosce il portoghese avrà difficolta a percepirlo). Divertendosi, senza prendersi troppo sul serio. Puntando, nel contempo, sulla qualità. Ma, innanzi tutto, per Guido Di Leone e Paola Arnesano si è trattato di un ritorno (gradito) alle sonorità oroverdi: basti pensare alla precedente esperienza di «Abrasileirado», inciso con l’apporto di diversi musicisti di casa nostra, tra i quali Mario Rosini. Non troppi anni addietro.

Trio de Janeiro (Paola Arnesano: voce, surdo e congas; Guido Di Leone: chitarra; Enzo Falco: percussioni)
Taranto, Motonave Cala Junco
Jazz nei 2 Mari

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)