venerdì 10 dicembre 2004

Einaudi, talento raffinato

Ludovico Einaudi è un talento raffinato. Quasi erudito: anche se non lo fa pesare. La sua impostazione è classica: ma la sua musica è fluida, restia alle etichette. Che sembra piacere anche e soprattutto ai più giovani: quelli che, ad esempio, affollavano la platea del Teatro Kismet OperA, a Bari. E che hanno potuto salutare la recentissima uscita del suo ultimo disco, «Una Mattina» (Decca/Universal), già presentato in diversi punti della penisola. Lo stesso lavoro che, proprio a gennaio, il pianista – cinquant’anni, diplomato al Verdi di Milano - farà conoscere al pubblico di Taranto (Teatro Orfeo), dopo essere passato anche per Milano, Roma, Mestre, Palermo e Bologna.
L’artista e il suo piano. E, intorno, atmosfera. L’idea (e la forza) del live è questa. Un’atmosfera di classe, ma colorata di brio. Niente affatto statica, nè ingessata. Fluttuante tra le note assorbite negli studi di un tempo e le sonorità captate nel lungo viaggio intrapreso sin dagli anni ottanta verso conoscenze nuove. Che, peraltro, hanno condotto il musicista verso il cinema e il teatro, per cui ha già composto. L’artista, i suoi silenzi e le sue pause, che temperano i suoi concerti, lievitando lo spessore del suo stile personalissimo.
L’artista e la sua musica accattivante, densa: che sa, però, scoprirsi persino lieve. Come l’ora e mezza che riesce a riempire, passando per "Leo", brano dedicato al figlio, oppure "Dna", "Fuoco" e "Resta per Me". Brani, questi, che – almeno all’Orfeo – si gioveranno di un pizzico di fascino in più: nella tappa tarantina, infatti, Einaudi si farà accompagnare da Marco Decimo, violoncellista di lunga navigazione cameristica, sempre più spesso al fianco del pianista torinese. La musica colta e le note popolari si incontrano, integrandosi: l’opportunità è interessante. E, chi può, ne approfitti.

Ludovico Einaudi (pianoforte)
Bari, Teatro Kismet OperA

(pubblicato dal mensile "Pigreco")