venerdì 1 febbraio 2013

Il ritorno di Accardi, tra sospiri e sussurri

Arcoiris è l'opera prima: pensata, studiata e perfezionata negli anni. Partorita tra la Francia e l'Italia. Un'idea di partenza, diventata disco lentamente. Whispers, invece, è la continuazione di un progetto. La sintesi di un processo, intimo e creativo, del musicista ormai rientrato stabilmente dentro i confini nazionali. Una produzione, di sicuro, più rapida. Ma, non per questo, meno curata. O più sbrigativa. E una postproduzione più esigente. Il nuovo album di Fabio Accardi, batterista che ama anche la scrittura musicale, parte tuttavia dalla certezza di un'etichetta discografica: la sua. Mordente Records, del resto, nacque anche per l'esigenza di individuare un'etichetta su misura: in corrispondenza, praticamente, di quel primo cd che faticava a trovare una casa confortevole.
Whispers, peraltro, è un disco ancora giovanissimo, perchè commercializzato lo scorso 29 novembre e presentato ufficialmente quasi un mese dopo, sul palcoscenico del Teatro Forma di Bari. Dove, assieme all'autore, si è ritrovata la gente che lo ha assistito in sala di registrazione, quella dell'Officina Musicale di Giuseppe Mariani, a Castellana Grotte: Gaetano Partipilo (al sax), Vince Abbracciante (alla fisarmonica e al Wurlitzer), Mirko Signorile (al pianoforte), Giorgio Vendola (al contrabbasso), le vocalist Luisiana Lorusso e Serena Fortebraccio e la voce recitante dell'italoargentina Sarita Schena. Ai quali va aggiunta la presenza del foggiano Antonio Tosques, scelto nell'occasione a rappresentare la chitarra di Nando Di Modugno.
Prodotta da Gianfranco Bolena e da Rossella Giancaspero (sue sono, a proposito, le parole di "Writer Song", l'ultima traccia che si fonde con "Táctica y Estrategía" di Mario Benedetti), la seconda fatica a proprio nome di Accardi si divide in otto brani: dei quali altri quattro ("Whispers in an Autumn Rain", "Les Amours Secrèts", "Zaiana" e "Frevolidia") sono pezzi originali. A fronte, peraltro, di tre rivisitazioni: quella della dejohnettiana "Silver Hollow", di "Bodas de Sangue" (firmata dal brasiliano Marcos Valle) e di "Lília", composizione di un'altra grande figura del panorama musicale verdeoro, Milton Nascimento: a conferma dell'antica e incondizionata passione del batterista barese nei confonti delle note che arrivano dal Sudamerica. Una passione che, peraltro, si intuisce pure nella già citata "Frevolidia": il frevo è un ritmo tipico delle regioni nordestine di quel Paese.
Niente, cioè, nasce per caso. Whispers, ad esempio, in inglese significa sospiri. «Ma anche "sussurri" - aggiunge Fabio Accardi -. E' un vocabolo che rimada alla prima traccia presente nel disco, che poi indica la direzione all'intero lavoro». E che, quindi, un po' lo rappresenta. «"Whispers in a Autumn Rain" è una composizione dolce, melodicamente molto chiara e limpida. Così come l'intero lavoro è molto delicato: penso anche a brani come "Silver Hollow" e "Bodas". Ed è un brano scritto all'inizio di una relazione, mentre "Winter Song", che chiude l'album, è la fine della storia. Diciamo pure che sono questi i punti di riferimento dell'intero cd: ed è da qui che sono partito, prima di scrivere gli altri e aggiungere delle cover che reputo vicine al mood del disco: non solo dal punto di vista emotivo, ma anche da quello estestico e squisitamente sonoro. In mezzo, poi, ci sono altre suggestioni, altre esperienze: è il caso di "Zaiana" e "Les Amours Secrèts", scritti ad agosto».
Le suggestioni, ovvero il vero filo conduttore tra Arcoiris e Whispers. «Certo. In entrambi gli album c'è la stessa esigenza di tradurre in suoni determinate emozioni. Poi, Arcoiris conserva dieci anni del mio personale vissuto. E Whispers, che possiede un sound meno articolato e meno arrangiato della pubblicazione precedente, soltanto tre. Però, in questo cd l'aspetto melodico esce più nitidamente. Mentre in Arcoiris la melodia si distribuiva su più linee, che spesso e volentieri si intracciavano e sovrapponevano. Non solo: nel mio primo prodotto discografico gli spartiti sono pensati per un settetto, a parte un paio di brani. Questa volta, invece, ho scritto per vari ensemble: passando dal quartetto al settetto. Ancora: allora, gli strumenti fondamentali erano il flauto e il vibrafono, che caratterizzavano un suono molto forte e particolare. Ora, il ruolo della fisarmonica e la novità delle voci, usata in tutte le sue modalità, cioè dal vocalizzo di "Silver Hollow" e "Lília" al recitato e al cantato di "Winter Song", offrono differenti colori. In comune, piuttosto, c'è la forte influenza della musica brasiliana, che si manifesta in Arcoiris nel suoni del flauto e nelle melodie e, in Whispers, nel ritmo di "Frevolidia" e, ovviamente, nella presenza di due cover. Oppure in certi input cinematografici».
Suggestioni, dicevamo. Ed emozioni, certo. Ma anche esperienza. «Vero. Scrivere Whispers è stato piu agevole, proprio grazie all'esperienza maturata nel tempo. Arcoiris era il mio primo disco e la mia musica era più difficile nell'esecuzione; anche se è stato regisitrato in tre giorni, seguiti dai due di missaggio. Questo cd, di contro, pur essendo stato concepito nell'arco di un tempo più limitato, si appoggia su una post produzione più curata e su molte sovraincisioni».

Whispers (Mordente Records, novembre 2012)
Fabio Accardi (batteria), Mirko Signorile (pianoforte), Nando Di Modugno (citarra), Giorgio Vendola (contrabbasso), Camillo Pace (contrabbasso), Vince Abbracciante (fisarmonica e Wurlitzer). Guests Gaetano Partipilo (sassofoni), Luisiana Lorusso (voce), Serena Fortebraccio (voce) e Sarita Schena (voce recitante)