giovedì 28 novembre 2002

Il Brasile interiore di Barbara

L’atmosfera calda del club, intimo e fumoso, luci soffuse e poi tanta bossa. E non solo. Siddharda Jazz & Art, Taranto, Puglia, Brasile: Barbara Casini, una chitarra, la voce, l’interpretazione. Dolce e decisa, con sentimento. Lo swing riesce a compensare l’assenza della band: Barbara canta e suona, da sola. In mezzo alla gente sparpagliata sul pavimento, arroccata sui tavoli. Contatto stretto, intenso. «Per una volta ho voluto esprimermi così, senza compagni di viaggio. Ma nella tournée che ho già inaugurato ci sono anche i miei amici. Addirittura, c’è una novità: mi accompagna un’attrice. Il suo compito è tradurre dal portoghese, spiegare i testi, rendere più partecipe il pubblico, assistere chi non conosce la lingua». Accedere al Brasile: spesso, il problema è questo. Decodificare le note non basta. Scandagliare i testi, sviscerare l’anima dell’autore, scoprirne il pensiero, navigarne l’inventiva: il percorso è sdrucciolo, ma pure appagante. Barbara apre una parentesi a metà concerto e racconta in italiano "Tatuagem", di Chico Buarque: un testo per tutti. «Chico è l’autore al quale, probabilmente, mi sento più legata: al pari di Jobim, evidentemente». Sì, non solo bossa. L’appuntamento del Siddharta si snoda attraverso Caetano Veloso ("Os Passistas" inaugura il concerto), Gilberto Gil ("Eu Vim de Bahia"), Ary Barroso (con due classici: "Baixa dos Sapateiros" e "Aquarela do Brasil"), Carlos Lyra ("Você e Eu"), Antônio Carlos Jobim ("Desafinado", "Aguas de Março", "Retrato em Branco e Preto"), Vinícius ("Eu Sei que Vou te Amar") e, appunto, Chico Buarque ("Futuros Amantes", la già citata "Tatuagem", "Vai Trabalhar Vagabundo", "O Futebol" e "Feijoada Completa", che apre l’appendice dei bis). Senza dimenticare Edu Lobo: Barbara e la sua chitarra rischiano anche la quantità di note e il sapore nordestino di "Ponteio". E il risultato è ampiamente soddisfacente. Pronuncia sicura del portoghese e modulazione di voce: Barbara affascina. «L’amore per il Brasile è sbocciato molto presto. Il perché? Non c’è un perché che spieghi la passione. Poi, all’inizio degli anni novanta ho preparato oltre oceano il mio primo lavoro. Adesso posso contare su diverse fatiche: da "Outro Lado" a "Todo o Amor", da "Sozinha" a "Vento", un lavoro realizzato al fianco di un jazzista di spessore qual è Rava”. Barbara e il suo Brasile. Barbara oltre il Brasile. Tra bossa, samba-canção e MPB spunta anche la produzione personale. "Vento" è un pezzo delicato, espressivo, pensato e sviluppato interamente in italiano: ma l’ispirazione è autenticamente brasiliana. Interprete, ma anche cantautore di concetti e pensieri. Pure il secondo brano proposto ha un’identità precisa, ma è inedito. Manca solo il titolo: arriverà anche quello. Poi, una proposta lanciata alla gente del Siddharta: «Indiciamo un concorso, scegliamolo insieme». Intanto, la serata scivola veloce.

Barbara Casini (chitarra e voce)
Taranto, Siddharta Jazz&Art
Dove C'è Musica C'è Speranza 2002

(pubblicato dal sito www.musibrasil.net)

sabato 13 aprile 2002

Grinta in movimento

«La mia fonte è il Brasile, il jazz fa parte di me». Tânia Maria Correa Reis è grinta, movimento, energia debordante. E` un piano carico di note, è musica che invade, suono corposo, forza, è voce decisa, profonda. Il suo jazz è colorato, vivace, senza schemi, intimamente brasiliano. Incalzante. «Live at the Blue Note» è la sua fatica più recente, datata duemilauno: pensato a Parigi, registrato dal vivo a New York, distribuito in Italia da marzo, presentato a Barletta (Teatro Curci) e Roma (Teatro Ambra Jovinelli) il tredici e il quindici aprile. Otto brani, otto momenti intensi: e un ritorno gradito. «Il jazz mi viene naturale, è la mia libertà d`espressione». Espressione forte, che dilaga. L`atmosfera, rigidamente latina, è salvaguardata, nota dopo nota. «La mia musica ruota attorno al jazz e al Brasile. E` libera, è diversa. Adesso, anche più semplice». Tânia Maria produce sensazioni, riempie il palcoscenico. Trascina. L`impatto, sul palco, è marcato. Il concerto è un concentrato di dinamismo puro, ritmato dalle percussioni di Mestre Carneiro, plasmato dalla concretezza della batteria di Luís Augusto Cavani e dalla puntualità del basso di Marc Bertaux: un`ora e tre quarti che scivolano lievi, senza indugi, senza attriti. C`è la produzione propria e c`è la rivisitazione, c`è la ballata e ci sono i classici che il pubblico ama e accompagna: è il caso dell`intramontabile "Mas Que Nada" targata Jorge Ben. La versione di "Sebastiana" (vecchio brano di Rosil cavalcanti) è frenetica, ampiamente arrangiata. "Aquarela do Brasil" di Barroso è appena accennata, ma la gente apprezza. E partecipa. Tânia Maria si concede, si lascia trasportare tra musica e versi. Talvolta autobiografici, semplici, eppure mai banali: "Deixei Minha Cidade com Doce Coragem", "Eu Canto Meu Pais, Eu Canto Para Ser Feliz`. Voce, piano, tastiere e improvvisazione, istinto. «Non preparo mai scalette, per i concerti». Tânia Maria ha personalità spiccata, dentro e fuori dal palco. «La musica, più di ogni altra cosa, è una scelta. E` una missione: io ho scelto la musica e la musica ha scelto me». Jazz, Brasile e ritmo afro-latini trovano un punto d`incontro, si fondono lontano da ogni cliché: la mistura elargisce musica viva, attraente. Sino alla fine, quando sgorgano gli accordi di "Florzinha", ispirata a Petit Fleur di Sidney Bechet. Tânia Maria è il Brasile che si agita, che pulsa.

Tânia Maria (voce, tastiera e pianoforte), Marc Bertaux (basso), Luís Augusto Cavani (batteria) & Mestre Carneiro (percussioni)
Barletta, Teatro Curci

(pubblicato dal sito www.musibrasil.net)