mercoledì 4 marzo 2009

Una di quelle strane occasioni

La musica senza recinti è una miscela senza schemi. E quello che esce è una situazione di frontiera: tra gli stili, i patrimoni musicali di ciascuno e la fantasia che li sorregge. Che può adombrare i puristi dei generi, oppure solleticare il pubblico. Forse solo perché il già sentito e il già visto sono negli archivi mnemonici: e l’aria nuova stimola sempre. Oppure perché la commistione, se suffragata da un progetto fondato e convincente nella sostanza, sa inevitabilmente regalare qualche emozione. Questa volta interagiscono la tradizione delle bande dell’area balcanica (ormai largamente gradita, nelle platee del Paese: e le esperienze recenti di Goran Bregovic e della sua originalissima formazione incoraggiano le proposte), il flusso delle tonalità di matrice popolare e, ovviamente, l’inventiva personale, cioè le intuizioni di interpreti ormai abituati al palco e alle evoluzioni sonore. Per i quali, oltre tutto, parla saggiamente il curriculum. O, se preferite, le storie pregresse. Questa volta viaggiano assieme la Koçani Orkestar, ensemble macedone che calca i palcoscenici italiani con regolarità da qualche tempo, il trombettista Paolo Fresu (musicista di culto che può permettersi di esplorare nuovi spazi e allacciare nuove alleanze e che, soprattutto, non fallisce mai un progetto) e Antonello Salis, animo libero che recentemen te abbiamo ascoltato a Latiano, da solo, e nella circostanza debilitato da un malanno muscolare. Quindi, privato di parecchia verve, ma non per questo meno incisivo. Tutti assieme, appassionatamente, all’Orfeo di Taranto, in uno degli appuntamenti firmati dall’Associazione Amici della Musica “Arcangelo Speranza”, alla sua sessantacinquesima rassegna.
L’evoluzione dell’esibizione sembra non possedere regole, né conoscere barriere. Il tessuto sonoro fluttua tra l’etnico e il jazz, tra il popolare e la musica contemporanea dettata dal pianoforte di Salis, i cui arrangiamenti curano atmosfere più dettagliate. Fresu è un incursore spigliato che s’insinuia nell’improvvisazione globale. E gli undici elementi della Koçani Orkestar (molto maturati, con il tempo) si agitano versatili tra melodie della tradizione balcanica e composizioni più occidentali (apprezzabilissima, tra le altre, la versione de «Il Bombarolo», uno degli spartiti del De Andrè più impegnato, agli inizio degli anni settanta). «Non solo – aggiunge Paolo Fresu -. Personalmente, mi sono accorto delle affinità che collegano certe tematiche dell’est alla musica popolare della mia regione, la Sardegna. E, allora, ci siamo divertiti a scoprire come due mondi apparentemente così diversi siano in realtà molto più prossimi di quanto si possa supporre. Proprio perché è la musica ad avvicinarli. Per esempio, in questa breve viaggio attrraverso l’Italia, maturato a Milano, Bologna e Taranto, abbiamo riproposto un antico ballo sardo, opportunamente riarrangiato. Divagando anche oltre». Per quasi due ore, frizzanti e toniche. «E malgrado l’insolita tranquillità di Antonello. Mai visto, così – spiega Fresu - . Conseguenza di un colpo duro avvertito ventiquattr’ore prima. Problemi di stagione, càpitano». Anche per questo, dopo il concerto, insolita deviazione per l’albergo. E neppure un calice di rosso robusto, per sigillare la serata. E una di quelle strane occasioni. «E sì, cose che càpitano». Ma che non intaccano l’atmosfera di festa, proseguita per un quarto d’ora abbondante, a live già ufficialmente concluso. In mezzo alla gente, dove la Koçani ha sfilato, suonando ancora. Per ringraziare. E per recuperare gli ultimi applausi. Ampiamente guadagnati.

Paolo Fresu (tromba e flicorno), Antonello Salis (pianoforte) & Koçani Orkestar (Ajnur Azizov: voce; Suad Asanov: basso tuba; Redzai Durmisev: tuba baritono; Sukri Zejnelov: tuba baritono; Nijazi Alimov: tuba baritono; Dzeladin Demirov: clarinetto; Durak Demirov: sassofono; Turan Gaberov: tromba; Sukri Kadriev: tromba; Vinko Stefanov: fisarmonica; Saban Jasarov: tapan)
Taranto, Teatro Orfeo
65ma Stagione Concertistica dell’Associazione Amici della Musica “Arcangelo Speranza”

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)