venerdì 10 novembre 2006

Intrecci suggestivi

Antiphonae 2006, atto secondo. Con due protagonisti già stabilmente accreditati sulla scena nazionale. E una trama niente affatto convenzionale. Perché inusuale (e suggestivo) è l’intreccio tra un pianoforte e un bandoneón. Lì, nel mezzo del palco, quello dell’Auditorium Comunale di Locorotondo: strumenti di stuzzicante convivenza, oltre tutto senza ulteriore accompagnamento. Evidentemente, però, l’esperimento può azzardarsi. E riuscire. Arricchendo la lista dei significati della rassegna, partita ad ottobre con il live dei Talea e ormai all’ottava edizione. Il piano è tra le mani di Rita Marcotulli, versatile quarantasettenne romana, jazzista della seconda ora (l’approccio con la musica è legato, piuttosto, alle sonorità sudamericane), ma assolutamente stimata. E non solo in Italia o in Svezia, dove ha vissuto e sperimentato. La cura del bandoneón, invece, è affidata a Daniele Di Bonaventura, marchigiano di Fermo, compositore di estrazione classica, eppure affascinato e contagiato dalle atmosfere di molti angoli di mondo (Argentina, innanzi tutto) e da progetti differenti tra loro (qualcuno, forse, ricorderà la collaborazione con Francesco Guccini nell’album «Ritratti», del 2004). L’alchimia partorisce un risultato arioso, cioè un concerto di facile assorbimento, che svicola senza intoppi, che si sparge senza frizioni, confezionato con leggerezza. Malgrado il prodotto custodisca una certa impronta classica, lasciando qualche metro di distanza dall’interpretazione jazzistica. E dove, comunque, la Marcotulli e Di Bonaventura provano a mescolare stili e preferenze, cercando soluzioni nuove. E senza oscurarsi (e togliersi spazi) a vicenda, ma compensandosi. Il repertorio è ispirato a musiche popolari raccolte un po’ ovunque. Canto alla Terra diventa così l’occasione buona per divagare tra la geografia e la musica, con eleganza, forma e sostanza. Ovvero un percorso sonoro che oltrevalica le terre conosciute, raggiungendo luoghi in cui le radici musicali riemergono con vigore. Affidandosi a brani originali (come “Just Feel”, tratto da «Koiné», del 2002, già eseguito dall’israeliana Noa, che – anzi - l’ha dirottato su un proprio album) e successi altrui, riarrangiati e riadattati. Tutti frutti di un progetto recente, proposto a Locorotondo per la seconda volta assoluta (il debutto è avvenuto ad aprile, a Pedaso, nelle Marche), come Rita Marcotulli sottolinea, lasciando trasparire un alone di orgoglio. Ma anche di un progetto fresco e impegnato, sentito: che va a collocarsi in fondo alla lista delle diverse esperienze della pianista, molto spesso rapita dai richiami del cinema o della letteratura o della poesia. E sempre pronta a ispezionare nuovi sentieri: come dimostra la prossima data pugliese, quella del 15 dicembre, quando al Teatro Paisiello di Lecce dividerà il palcoscenico di Jazle 2006 con il sassofonista britannico Andy Sheppard. Assieme al quale, detto per inciso, sta per pubblicare un nuovo lavoro, diretta conseguenza di un’intesa musicale datata già un paio d’anni.

Rita Marcotulli (pianoforte) & Daniele Di Bonaventura (bandoneón)

Locorotondo (BA), Auditorium Comunale

Antiphonae 2006

(pubblicato dal sito www.levignepiene.com)